La mastoplastica correttiva comprende una o più procedure finalizzate al miglioramento del seno.
Per ragioni patologiche, biologiche o ereditarie, il seno può sviluppare, infatti, malformazioni o problematiche in termini di forma, dimensioni e volume che con tecniche mirate possono essere corrette.
Il cosiddetto “seno tuberoso”, tra questi, è una condizione caratterizzata da un’alterazione nella morfologia della ghiandola mammaria che fa assumere alla mammella una fisionomia stretta e allungata, per l’appunto tuberosa o tubulare. Questa malformazione ha spesso ripercussioni negative sull’autostima e sulla capacità di relazionarsi e l’unica via per correggerla è la chirurgia.
Un’altra procedura è la correzione dei cosiddetti “capezzoli introflessi”, ossia rivolti verso l’interno. L’obiettivo di tale intervento è il miglioramento estetico e funzionale del seno, in quanto la retrazione dei dotti galattoferi può impedire l’allattamento e causare particolari disagi psicologici.
La mastoplastica correttiva può, inoltre, comprendere: la sostituzione di protesi, la revisione di un precedente intervento al seno o delle relative cicatrici, la correzione di un’evidente asimmetria, la ricostruzione di un seno sciupato in seguito ad un importante allattamento o dimagrimento.